Tre anni di reclusione per il venticinquenne di origini magrebine che approfittava dei giorni in cui era a casa da solo, nel suo appartamento di Ravenna, per abusare della cugina dodicenne della moglie. La Procura aveva chiesto cinque anni e 4 mesi.
Diversi sono gli episodi imputati al giovane, tutti accaduti nel corso di alcuni mesi: avrebbe cercato di toccare la ragazzina, pretendendo poi di farsi a sua volta toccare; in un’occasione avrebbe persino trascinato la giovane per mano sino alla camera da letto, per poi denudarsi di fronte a lei.
Il collegio penale del Tribunale ha riconosciuto all’imputato la minore gravità dei fatti rispetto ai capi d’imputazione, ma ha concesso alla parte civile – rappresentata dall’avvocato Alessandra Fattorini – una provvisionale da ventimila euro.
I fatti risalirebbero all’estate del 2009, ma la ragazzina aspettò due anni per confidare il tutto allo psicologo, che la seguiva dopo alcuni problemi manifestati in famiglia e a scuola. In seduta dal medico, la ragazzina raccontò degli approcci del marito di sua cugina, che le aveva “messo le mani addosso”.
Il pubblico ministero Daniele Barberini ha definito l’esposizione della ragazzina “credibile e senza intenzioni ritorsive”. Secondo l’avvocato De Angelis, che cura la difesa del giovane di origini maghrebine, la dodicenne potrebbe averlo denunciato per attirare su di sé l’attenzione dei genitori o per proteggere la moglie di lui, che veniva picchiata dal venticinquenne ed è imparentata con la ragazza.
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