“Salviamo Cristina una bambina di tre anni sequestrata dalle milizie dell’Isis lo scorso agosto mentre era tra le braccia della mamma. Gli occhi di questa bimba hanno già visto troppo #SAVECRISTINA. Questo appello tocchi il cuore indurito dei terroristi”.
È l’appello lanciato dai frati della Basilica di San Francesco d’Assisi attraverso il loro sito www.sanfrancesco.org e con l’hashtag #SAVECRISTINA affinché la piccola sia liberata e possa tornare dalla propria famiglia.
Nell’ultimo viaggio fatto a Erbil, ad appena 70 km da Mosul in Iraq, una delegazione dei francescani di Assisi ha incontrato, nel campo profughi “La Pace”, i genitori della bimba che hanno raccontato la storia segnata dalle violenze e dai soprusi commessi dai miliziani islamisti contro le minoranze religiose. Costretti a salire su un autobus con una scusa e sotto la minaccia di morte, li hanno obbligati a partire senza la più piccola dei loro figli. Disperati hanno chiesto aiuto ai frati per liberare Cristina.
Con la foto incorniciata della bambina in mano e il volto quarantatreenne sfigurato da rughe centenarie e occhiaie profonde, la madre, nel video pubblicato sul sito dei frati francescani, racconta le fasi del rapimento.
Lo scorso febbraio, diciotto esperti del Comitato Onu sui diritti dell’Infanzia hanno denunciato che i bambini delle minoranze etniche e religiose sono uccisi o ridotti in schiavitù. Secondo alcune testimonianze, i piccoli schiavi al mercato di Mosul vengono esposti con i cartellini con il prezzo
La madre di Cristina chiede al mondo di non restare indifferente. “Queste cose che stanno succedendo in Iraq, come rapire una bambina innocente, e questi crimini come rubare il denaro, togliere tutto alla gente… che cos’è tutto questo? Questo non è umano. Che cosa abbiamo fatto di male? Restituitemi mia figlia”.
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