In Messico ha vinto l’astensionismo anche se, sulla base dei primi dati sullo scrutinio dei voti delle elezioni parlamentari e locali, il presidente Enrique Peña Nieto incassa la conferma del suo Partido Revolucionario Institucional (Pri) come primo partito.
Nella tornata elettorale del 7 giugno, l’affluenza alle urne si è fermata al di sotto del 50% degli 85 milioni di aventi diritto al voto, tra 47 e 48%.
Secondo i dati ancora preliminari, il Pri ha ottenuto il 30% dei voti, confermandosi quindi prima forza nella Camera bassa del Parlamento, anche se il numero dei suoi deputati diminuisce dai 214 attuali ad un numero che potrà oscillare tra i 196 e i 203. Il Partido di Nieto potrà conservare la maggioranza grazie al contributo degli alleati.
Stabile anche il principale partito d’opposizione, il conservatore Partido Acción Nacional (Pan) che ha ottenuto tra i 105 e i 116 deputati, contro i 113 attuali. Nello stato di Nuevo Leon, per la prima volta in Messico, ha vinto un candidato governatore indipendente, Jaime Heliodoro Rodríguez, detto “El Bronco”.
Sul voto hanno pesato le violenze dei narcos che hanno inciso sul fortissimo astensionismo alle urne. Per questo, il primo commento di Peña Nieto è stato dedicato alla lotta contro la violenza. “C’è stato qualcuno – ha detto il presidente – che ha tentato di attaccare queste elezioni, ma nonostante questo, milioni di messicani si sono recati a votare, convinti che la democrazia sia il cammino migliore per il Messico”.