Anoressia e bulimia spaventano sempre più i genitori: secondo la Società Italiana di Pediatria, infatti, i disturbi alimentari colpiscono due milioni di adolescenti e le prime avvisaglie comparirebbero già a otto anni.
A rilevare l’esordio sempre più precoce è stata, insieme ad altri studi, anche una ricerca del ministero della Salute su più di mille preadolescenti e adolescenti. Già a otto anni sono state trovate anoressia e bulimia, insieme a disordini alimentari più difficili da interpretare, come la disfagia, cioè la difficoltà a deglutire o l’alimentazione selettiva passando per il “food avoidance emotional disorder” (disturbo emotivo da evitamento del cibo).
I pediatri hanno il compito di individuare i sintomi tramite quattro semplici domande (“ritieni che dovresti metterti a dieta”, “quante diete hai fatto nell’ultimo anno”, “ti senti insoddisfatto del peso del tuo corpo”, “Il peso influenza l’idea che hai di te stesso”), per individuare i casi sospetti e monitorarli.
Stando a Giampaolo De Luca, vicepreside della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, è però dovere dei genitori intervenire in tempo per permettere ai bambini di recuperare immediatamente. Basta fare attenzione ad alcuni comportamenti che funzionano come campanelli d’allarme, ad esempio ansia, tendenza ad isolarsi e a chiudersi in se stessi, oppure l’autolesionismo, lo sminuzzamento del cibo e la lentezza del pasto.
Una volta individuato il problema la guarigione, serve però una gestione multidisciplinare, dal neuropsichiatra al nutrizionista. Il disturbo alimentare infatti è solo la manifestazione di un problema più profondo.