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Maroni rischia di “saltare” per la Severino | Indagato per aver favorito due collaboratrici

Il pm Eugenio Fusco ha chiuso le indagini nei confronti di Roberto Maroni per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e induzione indebita per presunte pressioni per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo a due sue ex collaboratrici al Viminale. Tra i sei indagati anche Expo e il suo dg Christian Malangone.

“Christian, il Pres. ci tiene acchè la delegazione per Tokyo comprenda anche la società Expo attraverso la dottoressa Paturzo e voleva” che anche lei “viaggiasse” in business class e in albergo di lusso. È questo il testo di un sms, agli atti dell’inchiesta, che il dg di Expo Malangone ricevette il 27 maggio 2014 da Giacomo Ciriello, capo della segreteria del governatore lombardo. Secondo gli inquirenti, dall’inchiesta sarebbe emerso anche un legame affettivo-sentimentale tra Maroni e la Paturzo, sua ex collaboratrice al Viminale.

E si annunciano problemi più seri per il governatore lombardo perché uno dei due reati che gli sono contestati, l’induzione indebita a dare o promettere (art. 319 quater Cp), è compreso nella legge Severino, che disciplina la sospensione e la decadenza dalle cariche pubbliche. Nel caso di una condanna di primo grado il governatore potrebbe dover lasciare la carica.

”Finalmente dopo un anno le indagini si chiudono, era ora. Se per una sciocchezza come questa ci vuole un anno poveri noi. Io sono tranquillissimo”, ha detto Maroni.

 

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