“Il caso De Luca è un’impasse giuridica inedita“, spiega il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone in un’intervista a “La Repubblica”. A gennaio di quest’anno, infatti, l’appena eletto governatore della Regione Campania è stato condannato in primo grado per abuso d’ufficio. La legge Severino prevede adesso che De Luca venga sospeso, ma quando?
Cos’è che dovrebbe far scattare la sospensione? Sarà sufficiente la nomina a presidente della Regione, o De Luca dovrà prima assumere le proprie funzioni, nominando una giunta? “Se venisse sospeso subito – dice Cantone – , senza consentire ai consiglieri eletti di insediarsi, e al consiglio di funzionare anche in rapporto alla giunta, bisognerebbe dichiarare lo scioglimento del consiglio per impossibilità di funzionamento“.
Dov’è l’inghippo, però? La legge Severino prevede la sospensione soltanto per le condanne definitive: nel caso di De Luca si tratta invece di una sentenza di primo grado, una condanna non ancora passata al giudizio finale. C’è il rischio, allora, che “una questione prettamente tecnico-giuridica venga strumentalizzata in chiave politica. Il presidente del Consiglio dovrebbe fare appello a tutto il meglio dell’avvocatura dello Stato e dei giuristi italiani. Senza pressioni, perché la soluzione che si trova oggi farà giurisprudenza“.
Il presidente dell’Autorità Anticorruzione si è poi espresso sulla vicenda degli impresentabili, bollandola come un errore, un “grave passo falso, un errore istituzionale”. Questa lista “rischia di dare un bollino blu ai candidati che non sono finiti in quella lista. Che un politico si accompagni a persone dell’area grigia, o a pregiudicati, è però peggio che essere rinviati a giudizio per un abuso qualunque”.