Orrore senza fine in Siria. Un 14enne è stato torturato e filmato con un telefonino da alcuni militanti dell’Isis. A diffondere le immagini è stata la Bbc che dichiara di essere entrata in possesso del video tramite un disertore. Il giovane Ahmed non può muoversi né vedere chi lo sta torturando, ha corde ai polsi ed è sospeso ad una trentina di centimetri dal suolo.
Le sequenze sono impressionanti. Si vedono chiaramente due uomini mascherati che colpiscono il ragazzino ripetutamente. “Ho pensato ai miei genitori, alla mamma. Ero sicuro di morire, di abbandonare genitori, fratelli, amici – ha dichiarato Ahmed – Hanno iniziato a frustarmi, a colpirmi con scariche elettriche per farmi confessare. Ho detto loro tutto”.
“Ad ogni scarica elettrica urlavo “mamma”. Ma appena lo facevo uno dei due torturatori aumentava il voltaggio, urlandomi “non coinvolgere tua madre” – prosegue il racconto del giovane siriano – Pretendono di essere religiosi, ma sono infedeli. Fumano. Sostengono di rispettare le regole dei musulmani, ma non lo fanno. Picchiano e uccidono”. Nonostante la condanna a morte, alla fine Ahmed viene lasciato fuggire.
La violenza jihadista infuria anche in Iraq. Sono almeno 75 i soldati e i poliziotti rimasti uccisi in due attentati suicidi compiuti dall’Isis nella provincia di Al Anbar, nell’Ovest dell’Iraq. Quarantadue persone sono state uccise da blindato Humvee imbottito di esplosivo e lanciato contro il quartier generale della polizia a Tharthar, situtato a Nord di Falluja.
Sangue e morte anche ad Al Saddiqiya ad Est di Ramadi. Sono 33 i soldati e i membri delle milizie paramilitari sciite morti in un altro attacco kamikaze. L’esercito e le milizie paramilitari filo-iraniane stanno cercando di riconquistare la stessa Ramadi e l’intera provincia, dove la maggioranza della popolazione è sunnita e la presenza dell’Isis è estesa.
Proseguono intanto gli scontri tra talebani afghani e militanti dell’Isis nella provincia occidentale di Farah. Secondo quanto appreso dall’Ansa, i seguaci del Mullah Omar avrebbero inflitto a quelli di Abu Bakr al-Baghdadi importanti perdite. Almeno 15 membri dell’Isis, compreso il loro comandante Syed Mahmood Hussaini, sarebbero morti, 14 invece sono rimasti feriti e 12 sono stati fatti prigionieri.