Sono state ridotte le condanne per tutti i sei imputati del processo Thyssenkrupp. Lo ha deciso la corte d’Assise d’appello di Torino. Per l’ad Harald Espenhahn la pena scende da dieci a nove anni e otto mesi.
Condannati invece a 6 anni e 10 mesi gli ex dirigenti Gerald Priegnitz e Marco Pucci (erano stati 7) e 7 anni e 2 mesi (invece di 8 e mezzo) per l’allora direttore dello stabilimento, Raffaele Salerno. E ancora pena di 7 anni e 6 mesi per Daniele Moroni (nel primo appello condannato a 9 anni) e 6 anni e 8 mesi (invece di 8), per l’allora responsabile della sicurezza, Cosimo Cafueri.
“Ci aspettavamo una riduzione della pena più consistente. Purtroppo invece è quasi impercettibile. E questo ci lascia insoddisfatti”, ha detto l’avvocato Ezio Audisio.
La decisione della Corte non è stata accolta bene dai parenti delle vittime presenti nell’Aula del processo. “Vogliamo sapere quando questa gente andrà in galera”. C’è stata rabbia e frustrazione nelle parole dei parenti delle sette vittime del rogo del 2007 alla Thyssenkrupp di Torino dopo la lettura della nuova sentenza di secondo grado. “Ce la facciamo andare per ora, ma il rischio è che piano piano le pene non ci saranno più”, dice Laura Rodinò, sorella di Rosario. “Vergognatevi” hanno urlato verso gli avvocati degli imputati. Qualcuno ha considerato che “poteva andare peggio”, e resta la paura di un nuovo passaggio della sentenza in Cassazione.