“Purtroppo sul Parma ho notizie non belle. Il debito sportivo è alto e per troppi mesi non si è parlato di chi ha creato questa situazione”. Le parole del presidente dell’Aic, Damiano Tommasi, suonano quasi come una condanna per il club ducale. Lo spettro della Serie D incombe minaccioso: “Si sta parlando di chi non riesce a risolvere la crisi e si scaricano le responsabilità sui soggetti che oggi sono sul campo”.
“I soggetti che sono fuori dal campo e che hanno creato questa situazione non vengono mai menzionati e questo un po’ mi dispiace”, rincara la dose Tommasi. Intanto cresce l’attesa in vista dell’ultima asta fallimentare in programma giovedì. La base di partenza è di 6,33 milioni al quale però va sommato l’enorme debito sportivo.
“Noi abbiamo abbassato il più possibile il debito sportivo, che inizialmente era molto importante – ha dichiarato Demetrio Albertini, incaricato di coadiuvare i curatori fallimentari del Parma – Ora non resta che attendere gli investitori, alcuni dei quali hanno mostrato interesse nei confronti della società. Speriamo arrivino offerte concrete. Il Parma è la conseguenza di una cattivissima gestione, che ho potuto toccare con mano”.
Fiducia, invece, nelle parole di Alessandro Melli, dirigente del club: “È difficile che il Parma sia acquistato da una nuova proprietà in Serie B, ma non impossibile perché c’è qualcosa. Poi questo qualcosa va sostenuto come abbiamo fatto finora decurtando del 75% il nostro credito – ha dichiarato a TeleDucato – Sono numeri sempre alti, tante persone ancora da convincere, però qualcosa c’è”.