Alle prime luci dell’alba, 300 Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia hanno dato esecuzione a 39 provvedimenti restrittivi nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, traffico di stupefacenti, corruzione ed altri reati connessi nell’ambito dell’operazione “Verbero”.
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Disarticolato il mandamento mafioso di “Pagliarelli”, storica roccaforte di Cosa nostra. Tratti in arresto i capi delle famiglie mafiose di “Pagliarelli”, “Corso Calatafimi” e “Villaggio Santa Rosalia”.
Le indagini hanno evidenziato la difficoltà di Cosa nostra a esprimere in quel contesto malavitoso una leadership autorevole e unanimemente riconosciuta, con la conseguente esigenza di affidare la gestione del sodalizio a una sorta di “organo collegiale”, costituito da tre giovani “uomini d’onore” tenuti al reciproco confronto sulle scelte strategiche.
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Ecco i nomi delle persone oggetto delle misure cautelari: Alessandro Alessi, Giuseppe Perrone, Vincenzo Giudice, Michele Armanno, Giovan Battista Barone, Salvatore Sansone, Tommaso Nicolicchia, Andrea Calandra, Giosuè Castrofilippo, Giovanni Giardina, Alessandro Anello, Carlo Grasso, Antonino Spinelli, Matteo Di Liberto, Rosario Di Stefano, Aleandro Romano, Stefano Giaconia, Giuseppe Giaconia, Concetta Celano, Giuseppe Castronovo. Ai domiciliari sono finiti Vincenzo Bucchieri, Paolo Castrofilippo, Daniele Giaconia, Giovanni Correnti, Antonino Calvaruso, Gaetano Vivirito, Luigi Parolisi, Carmelo Migliaccio, Salvatore Ciancio, Domenico Nicolicchia, Giuseppe Bruno, Pietro Abbate e Antonino Abbate. Per Mauro Zampardi, Angelo Milazzo, Cosimo Di Fazio, Giovanni Catalano, Giuseppe Di Paola e Francesco Ficarotta è stato disposto l’obbligo di dimora.