Quando l’adolescenza investe l’età adulta, fare i conti con se stessi è un’operazione molto delicata: bisogna confrontarsi con chi si è stati, con chi si è diventati. Con chi si era sognato di essere. E non è mai troppo tardi per riprendere il controllo dei propri sogni.
Tutto questo è raccontato in una storia semplice e scritta così bene da Fabio Casano, “Il favoloso ritorno dei Lucky Losers”, che mentre scorrono i capitoli non si può fare a meno di pensare all’adolescente che si è stati.
È il racconto di un’improbabile réunion. I Lucky Losers erano un “complesso” di adolescenti degli anni Ottanta che si era sciolto – e i protagonisti si erano persi – alla fine del liceo. Quando sono ormai adulti – “serioso bancario” uno, “mastro lindo” delle palestre un altro, “furfante” della finanza il terzo – si rincontrano per suonare alla festa della scuola per gli ex alunni. Sapranno ritrovare il ritmo? E troveranno un bassista all’altezza, che possa sostituire il loro amico scomparso? Sicuramente, impareranno a riconoscersi nell’entusiasmo di un adolescente venuto a “salvarli”…
“Fabio Casano in questo libro racconta quanto sia inutile cercare di ricucire la ferita della giovinezza perché a una certa età, più sanguina e più ci rende vivi”, ha scritto Gery Palazzotto, giornalista che ha firmato la prefazione. Perché come dice ad un certo punto il protagonista: “Quando ne avevo abbastanza di sognare da solo, l’unico metodo garantito per ridarmi il buon umore era uscire e andare per negozi di dischi. Bastava ascoltare il crepitio della puntina sul vinile e tutto andava via, come per magia”.