“La sfida con il Barcellona? Non è una partita difficile come sembra da preparare. Anzi è molto facile“: parola di Massimiliano Allegri. Il tecnico della Juventus, intervenuto nel corso della nota trasmissione Tiki Taka, andata in onda lunedì sera su Italia 1, ha poi aggiunto: “Innanzitutto perché è la finale, poi perché il Barcellona lo conosciamo: rispetto all’anno scorso hanno un palleggiatore in meno e quei tre davanti attaccano molto di più la profondità, con Suarez attaccante centrale”. Follia? No, solo tanta fiducia nei propri mezzi.
E come dargli torto? Alla prima stagione su una panchina pesantissima come quella lasciatagli in eredità dal tre volte scudettato Conte, Allegri è riuscito a vincere subito due titoli e a concedere il sogno del ‘Triplete’ centrando un’insperata qualificazione alla finale di Champions League, traguardo che il club bianconero non raggiungeva da ben dodici anni.
Capitolo tifosi. Il tecnico è riuscito a trasformare in applausi convinti i fischi di inizio stagione: “Fa effetto risentirli adesso, ma sono stati un grande stimolo – ammette – A me piacciono le sfide, anche quelle impossibili perché penso che nella vita non ci sia niente di impossibile. Sono arrivato qui con la consapevolezza che questo gruppo potesse fare ancora di più, dal punto di vista del gioco e dei risultati, dello straordinario triennio con Conte”. Missione compiuta, verrebbe da dire.
Allegri ha poi speso parole al miele per i giocatori simbolo della sua Juve: “Morata è un testone. È già grande, ma è sulla strada per diventare grandissimo – assicura – Tevez ha raggiunto livelli straordinari, ma quello che mi impressionato di più di lui è l’impatto caratteriale. Per Buffon, invece, sono finiti gli aggettivi. Ma tutto il gruppo è stato straordinario”.
Quali le partite chiave? “Le trasferte a Firenze, Dortmund e Napoli”. Poi la clamorosa indiscrezione di mercato, con l’idea Cassano a stuzzicare i pensieri del tecnico bianconero: “Con Antonio ogni tanto mi sento. Era il periodo in cui stava andando via Giovinco e noi stavamo riflettendo su chi ci poteva essere utile. È vero, avevamo pensato a lui – rivela – Quando pensi a un giocatore di qualità, non puoi non pensare anche a Cassano”.