Ci sono due indagati nell’inchiesta della procura di Civitavecchia per accertare eventuali responsabilità in merito ai rischi per la salute dei lavoratori a causa dell’incendio nel Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino.
L’Agenzia ambientale regionale ha segnalato, infatti, la presenza di diossina e di composti tossici in quantità rilevante. Per questo filone sono indagati un dirigente dell’Asl e un manager di Adr, la società che gestisce gli scali romani.
Il nuovo fascicolo della Procura di Civitavecchia ha preso spunto dalle patologie lamentate da 150 lavoratori impiegati nelle aree adiacenti la zona commerciale del Terminal 3 distrutta dal rogo. Si tratta, come emerso da certificazione medica, di disturbi respiratori ed alla pelle. Aeroporti di Roma ha riaperto recentemente una di queste aree, il “Molo D”, previo parere favorevole di un funzionario dell’Asl Rm d, sulla base di analisi sui livelli di inquinamento dell’aria fatte da una società privata.
Questa aveva evidenziato la non sussistenza di anomalie a livello tossico. Contemporaneamente, un altro dipartimento della stessa Asl, oltre a diffidare Adr al fine di proseguire il monitoraggio dell’aria, ha sollecitato l’intervento dell’Arpa Lazio la quale ha invece riscontrato, come conseguenza dell’incendio, l’elevata quantità di elementi tossici.