La bandiera dello Stato islamico sventola su Palmira. L’Is ha issato il vessillo con la Shahada, la professione di fede islamica, sulle rovine dell’antica città dopo la conquista di due giorni fa. La notizia arriva direttamente dagli stessi miliziani che hanno pubblicato su Twitter le immagini.
Nel frattempo il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha espresso profonda preoccupazione per le migliaia di civili costretti a fuggire dalla città siriana, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. I membri delle Nazioni Unite hanno lanciato anche un appello contro la distruzione da parte dell’Is dei reperti storici di Palmira, molti dei quali però già portati in salvo. “La decisione dell’Onu è un risultato importante frutto dell’azione del governo italiano”, hanno detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini condannando gli attacchi in Siria.
Con la conquista di Palmira, a 200 chilometri ad est della capitale Damasco, i combattenti dell’Is potrebbero spazzar via le residue forze del regime prima di lanciare l’offensiva verso occidente. Il vantaggio strategico della conquista della città consiste nell’aver tagliato i rifornimenti via terra alle truppe fedeli al presidente Bashar al Assad nella provincia di Deir ez Zor. I jihadisti dell’Is hanno preso inoltre il controllo di Tanaf, l’ultimo valico sul confine siriano-iracheno controllato dalle forze del regime di Bashar al Assad, che si sono ritirate dalle loro posizioni.