L’Isis vuole portare la guerra all’Occidente direttamente sul suolo degli Stati Uniti. Il califfato starebbe preparando un attentato con “con un ordigno nucleare o – più probabilmente – qualche tonnellata di esplosivo“. Lo dice il giornalista John Cantlie, da sette mesi ostaggio dei jihadisti, usato per diffondere le minacce dell’Isis.
Cantlie ha parlato addirittura di un ordigno nucleare importato dal Pakistan in Usa attraverso la Libia, poi la Nigeria e infine il Sudamerica e il Messico, “sfruttando le tratte del traffico di droga ed esseri umani“, anche se lo definisce “improbabile“. Comunque, dice il reporter, faranno qualcosa di grande negli Usa, qualcosa che ridicolizzerà “gli attacchi del passato”, aggiunge.
La rivista dell’Isis si apre con la celebrazione degli attentatori del Texas, che hanno attaccato l’evento dedicato alle vignette su Maometto a inizio maggio. Proprio in quell’occasione, l’Isis lanciò una minaccia contro gli Usa: “Quello che sta arrivando, sarà più doloroso e piu’ amaro“.
Dabiq prosegue con una serie di articoli contro i Paesi della Coalizione a guida Usa – la copertina è dedicata a John Kerry e ai principali responsabili arabi – e contro la Coalizione nazionale siriana, la piattaforma anti-Assad appoggiata da diversi Paesi occidentali e arabi. E, per la prima volta dalla sua uscita, contiene una serie di ‘messaggi pubblicitari’ che rimandano a ‘compilation’ e ‘top10’ dei video sfornati dai media dell’organizzazione