I militanti islamici di Stato hanno conquistato anche l’ultimo posto di confine siriano con l’Iraq controllato dal governo di Assad. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), le forze governative si sono ritirate da al-Tanf.
L’Isis dilaga in Siria, dopo aver conquistato la città di Palmira, giovedì 21 maggio.Le forze del “califfato” controllano adesso più di 95.000 kmq, cioè la metà della Siria e ora anche gli Stati Uniti ammettono che combattere i miliziani sarà una “sfida difficile”, anche se il presidente Obama ha detto che la guerra contro i jihadisti non si sta perdendo.
Dopo la conquista dell’importante sito archeologico di Palmira, grande e fiorente città carovaniera di epoca romana, famosa per essere stata la capitale della regina Zenobia che si oppose all’impero, nel III secolo, prima di essere sconfitta da Aureliano, i miliziani hanno mostrato dei video delle esecuzioni dei soldati siriani catturati;
Palmira, riferisce Misna,si trova su un asse di importanza strategica lungo la via desertica che collega la Siria al vicino Iraq, proprio nella regione di Al Anbar, scenario di un altro conflitto che in questi giorni vede l’Is mettere a segno vittorie su vittorie.
L’Isis controlla le province di Deir al-Zour e Raqqa e ha una forte presenza in città come Hasakeh, Aleppo, Homs e Hama, oltre ad aver preso possesso di Ramadi, città di grande importanza strategica in Iraq.
Come se non bastasse, riferisce sempre l’agenzia Misna, le milizie di Al Baghdadi stanno già facendo pressione a est di Ramadi, nella valle dell’Eufrate, verso Habbaniya, dove le truppe irachene si sono ritirate per riorganizzarsi e rilanciare l’offensiva contro i jihadisti. Se Habbaniya dovesse cadere, l’IS sarà ad un passo dalla possibilità di rientrare vittorioso a Falluja, riconquistata dall’esercito iracheno dopo oltre un anno di assedio.
l’Onu teme per le vite dei cittadini, dopo le notizie di esecuzioni sommarie; secondo le nazioni unite, le forze siriane, prima di capitolare, hanno impedito ai civili di lasciare Palmira. Intanto, l‘Unesco ha lanciato l’allarme sul patrimonio artistico e archeologico che i nuovi Unni del califfato potrebbero distruggere.
In allarme anche il governo italiano preoccupato “non solo per quello che succede in Siria ma anche per la forse ancor più minacciosa situazione in Iraq“. Lo afferma il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. “Tra qualche giorno a Parigi ci sarà la riunione del gruppo di testa della Coalizione anti-Isis e sarà fondamentale una verifica della strategia che portiamo avanti”, ha sottolineato il ministro.