Comunque vada, quello di oggi per la “cattolicissima” Irlanda sarà un giorno storico. Si vota il referendum per legalizzare i matrimoni gay. Secondo gli ultimi sondaggi, almeno il 70% dei 3,2 milioni di irlandesi ce hanno diritto al voto dovrebbe votare sì. Si vota dalle 7 del mattino alle 10 di sera.
A favore della possibilità per gli omosessuali di contrarre matrimonio anche il primo ministro irlandese, Enda Kenny, mentre la conferenza episcopale irlandese ha rafforzato negli ultimi giorni la campagna per il no, puntando su slogan e immagini in favore della famiglia tradizionale.
L’Irlanda, dove l’85% degli abitanti si definisce cattolico, è il primo paese al mondo che sottopone la questione dei matrimoni gay a un referendum popolare; dopo che nel 1995 si tenne un’altra campagna referendaria sul divorzio che passò con un margine dello 0,6.
L’omosessualità nell’isola è stata depenalizzata solo nel 1993, dopo una battaglia legale durata 17 anni e nel 2010 fu approvata la legge sulle unioni civili. “Tutti devono avere il diritto di sposare la persona che amano”, ha detto il premier Kenny che rivolto alla chiesa cattolica ha detto: “noi abbiamo la piena libertà religiosa, le chiese, di tutti i tipo, hanno il diritto di insegnare la loro dottrina, i loro principi e il loro credo. La legge civile è una questione separata”.