È avvolto nel mistero l’arresto del giovane Abdel Majid Touil, il marocchino arrestato tre giorni fa su mandato di Tunisi per l’attentato al museo del Bardo. “Perché sono qui? Non capisco, non ho fatto nulla”. È quello che va ripetendo in carcere. L’uomo sarebbe stato “scagionato” da più di una testimonianza di alcuni cittadini di Gaggiano, nel Milanese, dove vive con la madre e i fratelli, tutti con regolare permesso di soggiorno.
Da quanto è trapelato il 22enne, in isolamento a San Vittore, continua fare questa domanda a chi ha avuto modo di incontrarlo, parlando arabo. Touil, da tre giorni al sesto raggio di San Vittore in una cella da solo, avrebbe detto al giudice: “Sono innocente, non c’entro nulla con il Bardo. Non mi spiego come questo errore sia potuto accadere”.
Sarebbero queste le dichiarazioni fatte dal marocchino nell’interrogatorio davanti al giudice del procedimento per l’estradizione. A riferirlo è stato il suo avvocato, Silvia Fiorentino, secondo cui il 22enne è “provato e spaventato”. Il giovane ha poi detto di essere sempre stato in Italia “da febbraio, quando sono arrivato”.
Toccherà al giudice effettuare l’identificazione ‘formale’ e chiedere a Touil se ha dichiarazioni da rendere e se intende dare il consenso all’estradizione. Consenso che certamente non darà, anche perché in Tunisia, con questo capo d’imputazione, potrebbe essere condannato a morte.