Dopo l’annuncio del piano di ristrutturazione del settore impiegatizio da parte di Whirlpool, che porta gli esuberi totali del gruppo a 2.060 (200 in più a Fabriano), Fiom, Fim e Uilm e le Rsu degli stabilimenti Indesit di Albacina e Melano e degli uffici di Fabriano hanno indetto due ore di sciopero per lunedì 25 maggio, dalle 11 alle 13. E’ previsto anche un presidio davanti alla sede centrale di Indesit a Fabriano.
Il sindacato unitario “convochi in queste ore una giornata di mobilitazione e di sciopero di tutto il gruppo per rendere evidente che non siamo disponibili ai licenziamenti” aveva chiesto il leader della Fiom Cgil, Maurizio Landini, a Lanciano per presentare la sua “Coalizione sociale”. “È necessario approfondire il negoziato: un’azienda che parla di 500 milioni di investimenti è importante, ma qui emergono contraddizioni, visto che si vuole licenziare e chiudere stabilimenti al Sud e aumentare l’occupazione al Nord”. “Ai 1.300 operai in esubero – ha proseguito – ora si aggiungono 480 tra tecnici e impiegati, è un elemento che non aiuta il confronto e la trattativa”. “Vogliamo che gli investimenti vengano fatti e la produzione mantenuta e si rafforzi la capacità di sviluppo e innovazione. Il Governo fino in fondo deve provare a svolgere il suo ruolo, non è più necessario richiamare vecchi accordi con Indesit, già venduta, ma fare i conti fino in fondo con questo nuovo gruppo”.
Landini parteciperà lunedì mattina allo sciopero e al presidio davanti agli uffici centrali della Indesit di Fabriano, indetti unitariamente dal coordinamento unitario delle Rsu di Fiom, Fim e Uilm per protestare contro il piano di ristrutturazione della Whirlpool. ”La presenza del segretario Generale della Fiom – annuncia una nota – sarà l’occasione per un’assemblea con tutti i lavoratori sullo stato della vertenza Whirlpool-Indesit”. Nella stessa giornata il segretario della Fiom sarà anche a Jesi per un’assemblea della Cnh.
“Sono fiduciosa che margini ci siano”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. “Siamo disponibili a convocare le parti già da domani, vogliamo delle soluzioni – ha aggiunto il ministro -. L’aspetto occupazionale è prioritario”.