I genitori lanciano un appello per ricostruire la verità sulla morte di Domenico Maurantonio, lo studente padovano di 19 anni precipitato dal quinto piano dell’hotel Da Vinci, a Milano, durante una gita scolastica. “Chi sa parli”, ha detto il padre del giovane, Bruno Maurantonio, in un’intervista pubblicata da Repubblica coi genitori del ragazzo.
“Se Domenico avesse visto qualcuno morire, lo avrebbe detto. Non è realistico che nessuno lo abbia visto, fra quando ha lasciato la stanza a quando è stato ritrovato cadavere”. Per Bruno Maurantonio, è irrealistica anche l’ipotesi del suicidio: “Ho voluto vedere il luogo in cui è morto mio figlio. Appena la polizia me lo ha concesso, sono andato a Milano. Ho camminato lungo quel corridoio. Mi sono affacciato al davanzale. È troppo alto perché un ragazzo che inciampa, o che sviene, possa cadere di sotto” .
Anche la madre di Domenico, Antonia Comin contesta le ricostruzioni pubblicate sui giornali sulla morte del figlio: “Mio figlio non aveva alcuna crisi. Lo dico chiaramente: non aveva motivo per uccidersi, come qualcuno ha insinuato. Domenico non beveva, non amava certo fare serate alcoliche. Era buono, posato e studioso. Era il migliore della classe”, racconta.
“Il giorno prima della partenza ho provato a convincerlo a non andare in gita”, dice Antonia Comin a La Repubblica. “Quest’anno avrebbe avuto la maturità, non mi sembrava il momento per lasciare tutto. Lui ripeteva che voleva vedere Expo, che sarebbe stata una bella gita. Se mi avesse ascoltato, sarebbe ancora qui”.
La donna smentisce anche che Domenico e la sua ragazza Anna si fossero lasciati. “Bugie, come quasi tutto che si è detto finora. Andavano d’accordo, si erano messi insieme il secondo anno di scientifico. Con lei Domenico era dolce” e sostiene che i rapporti con i compagni fossero ottimi: “Non parlava spesso degli altri compagni, ma non ci risulta avesse difficoltà nei rapporti. Andava alle feste di 18esimo compleanno, tornava contento”.