Dal talento di Vettel all’esperienza di Maurizio Arrivabene, in casa Ferrari si respira fiducia. Con qualche gioia già in tasca e tanti sogni per il futuro, il team principal del Cavallino si racconta a Gazzetta TV: “Sono una persona normale abituato fin da piccolo a casa a guadagnarmi quello che ho, e a lavorare per quello che vorrei essere”.
“Mi definisco una persona normale, una persona che non ha nessuna remora a dire quello che pensa – prosegue Arrivabene – cosa che in un mondo dominato dagli equilibri politici può anche non pagare”. Cosa è cambiato a Maranello? “Non c’era più la squadra. Quando sono arrivato ho avuto la conferma dei feedback negativi che mi aveva dato gente dell’azienda dove lavoravo prima, che era in stretto contatto con Maranello”.
“Quando sono arrivato mai mi immaginavo una situazione così come l’ho vista, gente demotivata, rintanata nel suo angolo a proteggere se stesso, squadra sfaldata – chiosa il dirigente ferrarista – Il primo obbiettivo è stato di rimettere insieme le truppe, riordinarle, rimotivarle. Poi insieme abbiamo incominciato a parlare del progetto che non è di uno, di due o di tre, ma di tutti”.