Avanti con l’esame del ddl sulla riforma della scuola. Entro oggi dovrebbe esserci l’ok a tutti gli emendamenti, tra le tensioni delle forze politiche, e domani il via libera al testo. Ieri è stato approvato l’articolo sul ruolo del preside e sull’assorbimento dei prof che hanno vinto il concorso nel 2012.
In mattinata la Camera ha approvato, tra l’altro, l’articolo 12, che prevede la concessione dei 500 euro annui per i docenti ai fini della formazione e dell’aggiornamento; il 13, che stanzia i 200 milioni per valutare e premiare il merito degli stessi docenti; il 14, che limita la durata dei contratti a termine; il 15, che disciplina il distacco del personale presso altre amministrazioni pubbliche.
Via libera poi all’articolo 18, che prevede un credito di imposta per chi, impresa o singola persona fisica, decide di destinare contributi agli istituti scolastici, il cosiddetto “school bonus”. La norma, passata dopo un dibattito a tratti acceso, ha ottenuto il sì anche di Forza Italia, mentre Stefano Fassina, del Pd, ha votato contro. No anche da Sel e Movimento 5 Stelle, che hanno contestato la possibilità che con questa norma sostanzialmente si sostengano le scuole private.
Approvato, in serata l’articolo 11, che prevede un periodo di prova di un anno per i circa 100.000 precari che verranno assunti in base alla stessa legge. Dopo il periodo di prova otterranno l’effettiva immissione in ruolo. Il periodo di prova consiste nello svolgimento del servizio di almeno 180 giorni, dei quali almeno 120 per le attività didattiche. La valutazione è affidata al dirigente scolastico, dopo aver sentito il Comitato per la valutazione dei docenti. Questo è costituito da dirigente scolastico; da due docenti della scuola stessa; da due genitori nelle scuole primarie e alle medie o da un genitore e da uno studente, alle superiori.
“L’investimento su formazione e aggiornamento dei docenti diventa permanente – commenta il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini – 200 milioni all’anno per la valorizzazione dei docenti con attenzione a scuole in aree a maggiore rischio educativo, si fissa un limite ai contratti a termine, no a nuovo precariato e da ora si entra per concorso”.
Il ministro ha anche dato “parere conforme” per lo stralcio della norma che prevede la possibilità di devolvere il 5 per mille alle scuole, mettendo a rischio i finanziamenti al terzo settore. “L’esecutivo condivide le riflessioni del relatore che hanno portato a esprimere questo parere”, ha detto in aula Giannini. “Non si intende accantonare e abbandonare – ha aggiunto il ministro – l’idea che questo articolo contiene e che ha un contenuto molto innovativo. Il Governo si impegna comunque, ritenendo comunque valida la bontà dell’articolo 17 del ddl (Cinque per mille) una volta trovati fondi diversi, non derivanti dall’ambito dell’istruzione, a un successivo provvedimento”.
E anche oggi pomeriggio nuovo sit in di insegnanti e sindacati davanti a Montecitorio contro il ddl “Buona scuola”. Come ieri,i manifestanti hanno portato in piazza una lavagna e chiedono il ritiro del provvedimento in discussione alla Camera. Tra bandiere sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda), anche striscioni e cartelli, con slogan quali “Viva la buona scuola, abbasso la brutta riforma di Renzi”. All’iniziativa si sono uniti anche i Cobas, l’Unione degli studenti e alcuni parlamentari del Movimento 5 stelle. “Chiuderemo questa tre giorni di proteste di fronte a Montecitorio con un’assemblea pubblica prevista per domani mattina – spiega il responsabile della Uil Scuola Lazio, Saverio Pantuso – poi andremo avanti con la mobilitazione. Inizieremo altre forme di protesta per bloccare questo ddl quando arriverà al Senato. Domani ci saranno anche gli esecutivi nazionali e si deciderà quali azioni mettere in atto”.