“Ci dichiariamo parte lesa per quanto sta succedendo perché continuiamo a subire tutte le situazioni del Paese. Il calcio non viene aiutato da questi scandali”. Il presidente della Figc Carlo Tavecchio mastica amaro, l’ennesimo scandalo che infanga e fa tremare il calcio italiano mette in discussione anche l’operato dei vertici della Federazione: “Noi siamo un soggetto che vuole difendere il sistema da certe cose ma i nostri mezzi non sono all’altezza”.
“Quando le scommesse sono state allargate alla serie D io dissi, pur non essendo consultato, che era un gravissimo errore e oggi i risultati li vedono tutti. Deluso da certi fatti? Guardate che l’uomo, la civiltà è sempre portata ad usare certi mezzi per delinquere – prosegue – E questo è uno dei mezzi. Cinque-sei anni fa la scommessa era un reato”.
La proposta del presidente: “Il giorno in cui si è entrati nell’ottica che la scommessa non è reato porta a far sì che ognuno si debba prendere le proprie responsabilità. Abbiamo più di 200mila dirigenti sportivi che in questo momento sono semplicemente censiti per società. In questi giorni mi è venuta l’idea di voler fare un database generale per capire le migrazioni dei soggetti che passano da una società all’altra”.
“Se ciò avviene senza problemi, siamo tutti contenti – chiosa il numero uno della Federcalcio – Ma non si può far fallire una società e poi prenderne un’altra. Alla luce di tutti i maneggioni e faccendieri che fanno parte del nostro mondo, e che sono tanti, bisogna farlo”.