Non solo Serie D e Lega Pro, nel mirino del calcioscommesse finisce anche la Coppa Italia. Nel match tra Sassuolo e Pescara, infatti, ci sarebbe stato un tentativo di combine poi fallito. Tra i coinvolti Mauro Ulizio e Massimiliano Carluccio, soci occulti e direttori “di fatto” della Pro Patria, e Fabio Di Lauro, ex calciatore, commerciante, scommettitore.
Come prende vita una combine? Gli investigatori fanno chiarezza, prendendo come esempio proprio Sassuolo-Pescara: “Di Lauro prendeva contatti con il duo Ulizio e Carluccio apprendendo che questi avevano messo in vendita l’incontro tra il Sassuolo e il Pescara al miglior offerente e non perdeva l’occasione per avvertirne i ‘compari’ stranieri già emersi nel corso della presente indagine, Uros Mirosavljevic e soci”.
“Nonostante la solerte mediazione di Di Lauro, l’affare tra gli stranieri e la coppia Ulizio/Carluccio non si realizzava ma i due gestori occulti del Pro Patria, mettendo in vendita l’incontro di Coppa Italia per una cifra pari a 150.000 euro – si legge nell’ordinanza – non potevano non essere forti della combine della partita, che avevano di certo già imbastito promettendo lauti compensi a qualcuno dei partecipanti all’evento sportivo, che fosse del Sassuolo o del Pescara”.
“Dalle intercettazioni relative all’incontro Sassuolo-Pescara si evince che entrano in gioco una serie di accordi e trattative che daranno luogo poi alla combine Cremonese-Pro Patria e ad altre successive”. Come quella di Aversa Normanna-Barletta del 12 aprile che rischiava di mettere persino in pericolo la vita dell’allenatore della squadra pugliese, Ninni Corda, fermato questa mattina insieme con altre 49 persone.
Due investitori maltesi ed un cinese avrebbero perso 52 mila euro perché il risultato inizialmente concordato non si sarebbe concretizzato: “Se non lo paghiamo domani io vengo lì per quello allenatore”, avrebbe detto il maltese al dirigente della Vigor Lamezia, Felice Bellini, riferendosi a Corda, ritenuto il responsabile della combine saltata.
Per recuperare il denaro perso, i due scommettitori hanno provato ad alterare il match successivo tra Barletta e Vigor Lamezia del 19 aprile. Questa volta, però, con successo: puntata sul pareggio con goal e punteggio finale di 3-3. Per questa vicenda sono indagati a piede libero anche il presidente Perpignano, il direttore sportivo Condò e il consulente tecnico Casapulla.
“Bellini minacciava Corda per conto dei maltesi cercava di tranquillizzare il suo interlocutore confidandogli di essere già in contatto con le persone di entrambe le società interessate alla combine – hanno ricostruito gli inquirenti di Catanzaro – precisando di aver ottenuto il consenso da quelli più vicini a lui (società calabrese), mentre, avrebbe incontrato gli altri (Barletta) l’indomani, affermando con certezza che: “Questa volta non avrebbero sbagliato”.
Il maltese “con tono decisamente agguerrito – scrivono gli inquirenti – minacciava di recarsi in Italia con l’intento di uccidere coloro i quali avessero messo in pericolo, con il loro comportamento, la vita di un suo fratello. Le sue minacce in realtà erano indirizzate nei confronti dell’allenatore Corda dal quale il maltese pretendeva, senza mezzi termini, la restituzione dei soldi”.
Ma c’è di più, perchè due giorni prima della partita da Malta sarebbe arrivata persino una foto di mister Corda “sicuramente a scopo intimidatorio”. Agli atti ci sono anche sms con minacce esplicite: “Mon gli conviene più scherzare, qua stiamo tutti incazzati”, scrivevano riferendosi all’allenatore del Barletta. “È un errore che ci è costato questo? E la prossima settimana recuperiamo i nostri, poi dalla prossima vediamo se riusciamo a guadagnare”.