Strana “prova d’ingresso” quella che devono subire le ragazze indonesiane che aspirano a far parte dell’esercito del proprio paese. L’Indonesia è, infatti, di nuovo nel mirino delle associazioni per i diritti umani a causa del “test delle due dita”, pratica ritenuta necessaria dai militari per assicurarsi che le donne-soldato non abbiano fatto le “birichine”.
Al “Guardian” Fuad Basya, portavoce dell’esercito indonesiano, ha dichiarato che le “soldatesse” devono essere vergini, altrimenti la loro mentalità non è adatta per la carriera militare. In realtà, il test “manuale” umilia costantemente le donne indonesiane, spesso sottoposte a questo esame pubblicamente davanti a decine e decine di persone, ma alle ragazze viene spiegato che si tratta di una procedura per preservare la loro dignità e quella della nazione.
Human Rights Watch ha sottolineato che questo test, condotto per assicurarsi che l’imene sia ancora intatto, non è altro che una forma di violenza di genere che non ha nessuna validità scientifica, anzi sarebbe invasiva e discriminatoria. I militari, dal canto loro, hanno rigettato le critiche e hanno detto che continueranno i test, considerati “essenziali”. In teoria sarebbe stato abolito dal 2010, ma in pratica continua a far parte delle “pratiche per l’igiene” richieste dal capo della polizia: pochi mesi fa era stato addirittura proposto di negare il diploma scolastico a chi risultasse negativa all’esame.
L’esame è esteso a tutti i corpi dell’esercito, fidanzate degli ufficiali incluse. Ma non è finita qui: le “soldatesse” prossime al matrimonio devono ottenere una lettera di raccomandazione dai loro comandanti in cui viene assicurato che esse si sono sottoposte ai test medici dell’ospedale militare.