Da qualche settimana per le strade di Torino si aggira il Messia e in città non si parla d’altro. In realtà, ad impersonare Gesù di Nazareth è un ragazzo che, vestito esattamente come la versione cinematografica, va dispensando massime d’amore e di saggezza fra le persone in cambio di qualche spicciolo.
Il fantomatico “Gesù” è in realtà un montatore cinematografico disoccupato, che ha deciso di sbarcare il lunario travestendosi per racimolare qualche guadagno in attesa di trovare un nuovo lavoro. Proprio come accadde per il vero Messia, il suo emulatore è amato dal popolo, soprattutto dai giovani, ma osteggiato dalle autorità: la polizia lo ha, infatti, fermato già cinque volte.
Nonostante ciò, il ragazzo ha riscosso forte successo grazie alla pagina Facebook in cui ha cominciato a raccontare le sue disavventure: “Ero seduto per terra nel centro di Piazza Castello, di fronte a me un gruppo che suona e un ragazzo africano con una voce divina. Alcuni si siedono ad ascoltare con noi. Di fianco a me, con i fari puntati e il motore acceso, una macchina della polizia e tre agenti fuori a parlare. Mi alzo e vado da loro, chiedendo pacificamente qual è il motivo per cui lasciano il motore acceso a pochi metri dal concerto che volevamo ascoltare. «Questa domanda non sta né in cielo ne in terra!» Dice uno dei tre, arrabbiandosi per l’affronto. ‘Documenti’ mi chiede. Nel frattempo parlo agli altri due agenti dicendogli che gli sto solo chiedendo una cosa, come si fa con le persone e che molta gente non le vede come persone con la divisa indossata. I due, pacificati, mi rispondono: “È per motivi di sicurezza. Questo è un punto a rischio terrorismo e l’auto deve rimanere accesa pronta ad intervenire”. Li ringrazio e finito il controllo torno a sedermi. Loro salgono in macchina e vanno via.”