È giallo sulla morte di Domenico Maurantonio, lo studente di Padova di 19 anni, precipitato dal quinto piano dell’Hotel Da Vinci a Milano mentre si trovava in gita scolastica con al sua classe, la V E del Liceo Scientifico Ippolito Nievo.
Gli investigatori milanesi, che stanno indagando sulla tragedia, hanno sentito nuovamente i compagni di classe. Dopo i rilievi condotti, gli inquirenti si sarebbe convinti che l’ipotesi di una caduta accidentale, non sarebbe plausibile. Secondo una ricostruzione, il giovane si sarebbe sentito male perché nella sua birra sarebbe stato versato del lassativo, e nel tentativo di espletare i suoi bisogni, avendo trovato il bagno chiuso, sarebbe arrivato volontariamente al davanzale della finestra.
Però sugli avambracci dello studente dello studente sono stati trovati alcuni segni che potrebbe far pensare a qualcuno che avesse tentato di fermarlo per evitare la caduta. Il lato oscuto, insomma, è proprio sul perché della caduta: non sarebbe stata accidentale e dunque l’ipotesi s cui stanno lavorando i magistrati potrebbe essere quella dell’omicidio colposo con omissione di soccorso. “Mi hanno interrogato 10 ore a Milano e otto ore qui, non potete capire come sto. Siamo tutti in cerca della verità”, ha detto un compagno di classe di Domenico Maurantonio. Anche se gli inquirenti non sono proprio del tutto sicuri che tutti abbiano detto la verità.
Intanto i genitori del giovane sono andati a Milano per riportare la salma del figlio a Padova. Proprio ieri la madre, Antonia Comin insegnante di latino in un liceo di Padova, aveva postato un messaggio sul suo profilo Facebook esprimendo il dolore e la rabbia per la perdita del figlio. “Ho affidato il mio unico figlio, sano e in buona salute, all’istituzione scolastica – scrive la mamma – per un’uscita con pernottamento. Mi verrà riconsegnato cadavere. È stato lasciato morire solo, nell’indifferenza generale”.