È illegittima la norma contenuta nella legge 40 sulla procreazione assistita, che vieta per le coppie fertili ma portatrici sane di geni malati l’accesso alla diagnosi pre-impianto, è illegittima. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale chiamata ad esprimersi in merito alla questione di legittimità costituzionale sollevata da una coppia assistita dall’avvocato e segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo. Fino ad oggi la legge 40 dava la possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita, con accesso alla diagnosi pre-impianto, soltanto a coppie coniugate infertili o sterili.
Una delle più clamorose e recenti modifiche è stata quella sulla fecondazione eterologa, prima vietata in Italia e poi, circa un anno fa, ammessa grazie alla sentenza firmata Giuseppe Tesauro, allora presidente della Corte. Ora “le istanze di quelle coppie che chiedono l’accesso ai trattamenti sanitari affinché siano rispettati diritto alla salute e principio di uguaglianza” troveranno risposta, afferma Filomena Gallo.
Un segnale di come sarebbero potute andare le cose c’era stata in udienza, il 14 aprile, con la decisione dell’Avvocatura dello Stato di non costituirsi: come a dire che lo Stato non entrava nella contesa, aveva delle riserve nello schierarsi a difesa della legge. Ma ora sarà fondamentale conoscere i contenuti della decisione con le motivazioni della sentenza. Quella trapelata è infatti un’indiscrezione che ora dovrà incrociarsi con l’atto che uscirà dalla Consulta, non appena sarà depositato. Solo cosi’ si potra’ capire come e con che confini vengono garantiti ed eventualmente circoscritti l’accesso alla fecondazione per le coppie con patologie e quello alla diagnosi pre-impianto.