Federica Mogherini, Alto rappresentante per l’Unione Europea degli affari esteri e delle politiche di sicurezza, tenterà di convincere a New York 15 Stati membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu ad approvare il piano Ue sul traffico di essere umani nel Mediterraneo. Sarà una settimana decisiva per capire se l’Italia potrà far passare la risoluzione Onu che prevede anche l’uso della forza per fermare gli scafisti. Il testo, se approvato, potrebbe fornire una cornice legale alle azioni decise dall’Ue. La bozza sarà presentata formalmente dal Regno Unito, membro permanente del Consiglio, e per essere approvato ha bisogno di almeno 9 voti favorevoli e nessun veto.
La diplomazia italiana è da giorni al lavoro con le cancellerie europee, e non solo, per ottenere il più ampio consenso possibile. Gran Bretagna e Francia hanno dato parere favorevole, così come la Lituania e la Spagna. Nessuna obiezione è stata mossa neppure dai tre Paesi africani del Consiglio, Ciad, Angola e Nigeria. Meno scontato il sostegno di Stati uniti, Cina e Russia, che hanno riconosciuto l’enormità del problema dei migranti, ma al momento non si sono spinti oltre.
Mosca, la più critica nei confronti di una risoluzione che implica l’uso della forza, ha fatto sapere che potrebbe approvare solo un testo che non preveda l’uso di mezzi aerei e stabilisca un confine preciso alle operazioni, ovvero le acque territoriali libiche, con esclusione delle coste. La risoluzione, nella stesura attuale, prevede “l’uso di tutti i mezzi per distruggere il modello di business dei trafficanti di esseri umani” con l’ipotesi di lanciare una missione già a giugno a cui dovrebbero partecipare, oltre all’Italia, almeno altri otto Paesi: Francia, Croazia, Germania, Regno Unito, Spagna, Svezia, Norvegia e Slovenia.
Mogherini, che la settimana scorsa si è recata in visita a Pechino, si è detta fiduciosa che neppure la Cina opporrà il suo potere di veto. Mentre numerosi dubbi sono stati avanzati dall’ambasciatore delle Nazioni unite in Libia, Ibrahim Dabbashi.