Domenico Maurantonio, 19 anni, era a Milano con la sua classe in visita all’Expo. Alloggiava con i suoi compagni dell’istituto Ippolito Nievo di Padova, all’hotel Da Vinci, un grande complesso che si trova in via Senigallia, in Comasina.
Domenica mattina, dopo la colazione, i suoi compagni si sono accorti che non c’era. Sul posto, intorno alle 8.30 è arrivato il 118, che però non ha potuto far altro che constatare il decesso del giovane.
Al momento non è possibile ricostruire con certezza l’accaduto, ma tra le varie ipotesi si tende a dare maggiore peso alla possibilità che si sia trattato di un incidente. Gli inquirenti infatti sembrano escludere la tesi del suicidio, ritenuta la “meno probabile” perché non ci sono elementi che portino a pensare che Domenico avesse dei problemi.
Il ragazzo non era in cura per problemi psicologici e non ha lasciato biglietti o messaggi d’addio. Non è stata trovata droga e secondo i suoi amici non ne faceva uso. La polizia, sin dai primi accertamenti, aveva notato alcune incongruenze, poi quando il cadavere è stato girato durante l’ispezione cadaverica del medico legale, sarebbero stati trovati dei lividi su un braccio che non sarebbero compatibili con la caduta bensì con un contatto, forse una stretta da parte di una mano.
Un particolare che gli inquirenti sembrano non voler mettere da parte. L’autorità giudiziaria ha disposto l’autopsia. Al vaglio della polizia, che sta lavorando sul caso, ci sono le testimonianze degli amici, le immagini delle telecamere e delle impronte ritrovate vicino alla finestra dalla quale il giovane sarebbe precipitato: su di esse sono in corso gli esami dattiloscopici, che consentiranno di attribuirle con esattezza.