Ha confessato Simone Borgese, il 30enne romano che ha violentato venerdì mattina una tassista della Capitale. “Ho avuto un raptus e l’ho aggredita”, ha detto agli investigatori crollando dopo un lungo interrogatorio. La vittima, 43 anni, era stata aggredita in una strada sterrata nella zona di Ponte Galeria: prima lo stupro, poi anche la rapina e un pugno in faccia.
La svolta delle indagini è arrivata dopo il minuzioso lavoro investigativo, coordinato dal pm Eugenio Albamonte, che ha consentito di individuare l’uomo ora trasferito in stato di fermo nel carcere di Regina Coeli con l’accusa di violenza sessuale e rapina. Ad incastrare Borgese, che di lavoro fa il cameriere ed è separato con una figlia di sette anni, anche il riconoscimento fotografico fatto dalla tassista. Borgese, che secondon gli investigatori è sembrato “provato ma non pentito”, ha reso una confessione dettagliata”.
Gli uomini della Squadra mobile sono arrivati a lui grazie all’aiuto di un altro tassista che aveva riconosciuto nell’identikit reso noto dalla Questura un passeggero che pochi giorni fa aveva accompagno nella stessa zona di Ponte Galeria, dove vive il nonno di Borgese. Arrivati davanti all’abitazione l’uomo aveva spiegato al tassista di non avere i soldi per pagare la corsa ma, a garanzia del futuro pagamento, aveva fornito il numero del suo cellulare. Un numero su cui gli inquirenti hanno fatto verifiche risalendo all’identità di Borgese. Nel suo passato anche piccoli precedenti per furto e minacce al compagno di sua madre.
Le indagini si sono chiuse in poco più di 48 ore dopo una vera e propria caccia all’uomo iniziata subito dopo la denuncia di stupro da parte della donna. La drammatica vicenda era cominciata venerdì intorno alle 7 del mattino nei pressi dell’Hotel Ergife. La donna ha fatto salire a bordo del taxi Borgese che dopo una serie di cambi di tragitto l’ha diretta in una stradina in aperta campagna, nella zona di Ponte Galeria dove l’ha violentata, poi l’ha stordita con con un pugno in faccia e l’ha rapinata di 80 euro di incasso, quindi era scappato a piedi.