Un altro scaccco alla mafia: la villa di Totò Riina a Palermo, dove il boss venne catturato, dopo 22 anni diventa caserma dei carabinieri. Alla cerimonia di inaugurazione ha partecipato anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano.
La villa, nel rione Uditore, in via Bernini 54, era abitata da Riina e famiglia ed è stato l’ultimo rifugio del boss fino all’arresto avvenuto nel 1993. Il boss aveva voluto alberi, prati all’inglese e una piscina. Ora, dopo la confisca, tutto è riadattato alle esigenze dei militari dell’Arma. La caserma sara’ ora intitolata al maresciallo Mario Trapassi e all’appuntato Salvatore Bartolotta, medaglie d’oro al valore civile, barbaramente trucidati nell’attentato in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici nella strage del 29 luglio 1983.
Alla cerimonia a Palermo hanno partecipato, tra gli altri, il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette, il direttore dell’agenzia dei beni confiscati Umberto Postiglione, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e i comandanti regionali e provinciali dell’arma Giuseppe Governale e Giuseppe De Riggi. Presente anche il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato. E tanti studenti di scuole elementari e medie.
“Lo Stato ha vinto e la mafia perde. Ne è prova il fatto che l’ultimo covo del boss Totò Riina ospita ora una caserma dei carabinieri”, ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “Grazie all’Arma per avere destinato questa casa – ha aggiunto – alla sicurezza della città e della nostra terra e per averla dedicata ai due sottufficiali morti durante la strage in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici”.
“Esprimo gratitudine all’Arma dei carabinieri per l’impegno quotidiano profuso contro cosa nostra e per il colpo durissimo inferto il 15 gennaio 1993 con l’arresto da parte del boss Riina, evento che ha cambiato i connotati della nostra realtà”, ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.