“L’Europa si fonda su grandi ideali, e di idealità ha bisogno per affrontare oggi le sfide globali. L’Europa non è soltanto un insieme di Stati che convivono nel medesimo continente”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato alle celebrazioni per la Festa dell’Europa, nel 65° anniversario della dichiarazione di Robert Schuman.
“Il 65° anniversario della dichiarazione di Robert Schuman – ha detto Mattarella – dalla quale prese origine la Comunità del carbone e dell’acciaio, e dunque il processo di integrazione europea, è per tutti noi un’occasione di riflessione, e anche un monito, perché le responsabilità delle classi dirigenti di oggi non sono meno impegnative di quelle dell’immediato dopoguerra”.
“Allora – ha proseguito il Capo dello Stato – l’orizzonte dell’Europa era quello della ricostruzione e della pace. Porre fine per sempre alle guerre fratricide che per secoli avevano dilaniato i popoli europei. Dare stabilità e sicurezza al percorso intrapreso dopo la liberazione dal nazifascismo, e contribuire così a una stagione di crescita, di libertà, di maggiore giustizia. Grandi ideali e una visione dell’Europa nel mondo ispirarono l’azione dei padri fondatori dell’Unione. ‘La pace mondiale – questo è l’esordio della dichiarazione di Schuman – non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano’. Grazie a quelle scelte, abbiamo avuto settant’anni di pace ed è stato costruito un modello sociale che rappresenta tuttora un traguardo in termini di diritti e di civiltà.
“Vogliamo fare memoria – ha sottolineato il presidente Mattarella – anche se siamo consapevoli che non basta ricordare. Le nuove sfide della società globale devono porre all’Europa, a tutta l’Europa, nuove ambizioni e nuovi traguardi. Da affrontare con altrettanta ‘creatività’ del nostro migliore passato. Talvolta l’Unione si presenta ai cittadini con complicati tecnicismi e con una filosofia che sembra trascurare il lavoro che manca, le diseguaglianze crescenti, la solidarietà necessaria. Noi che siamo europeisti, non ci stanchiamo di sostenere una maggiore integrazione politica dell’Europa. Serve a questo scopo un cambiamento di rotta per ridurre gli squilibri interni e rivitalizzare le energie penalizzate da eccessi di austerità. La caduta degli investimenti nel nostro continente è stata pesante negli ultimi anni: occorre utilizzare tutte le risorse disponibili – a partire dall’attuazione e dal rafforzamento del piano Juncker – affinché l’Europa torni a essere vettore di sviluppo: uno sviluppo nuovo e sostenibile”.
“Il mondo vive un cambiamento di portata epocale. L’Europa – è il monito del Capo dello Stato – deve scegliere il proprio destino, e la scelta dell’Europa influenzerà, non poco, gli equilibri mondiali e la stessa qualità della globalizzazione. L’egoismo è al di fuori dai valori dell’Unione. Ci vuole meno egoismo per dare ai nostri giovani europei una prospettiva di lavoro, di vita, di relazioni sempre più intense. Meno egoismo per affrontare in modo positivo il dramma delle migrazioni. Meno egoismo per svolgere un ruolo efficace di pace in Africa e nel Medio Oriente”.