Il cargo russo Progress è rientrato sul Pacifico alle 4,04 italiane. La notizia, arrivata dall’agenzia spaziale russa Roscosmos, è stata confermata dagli americani del Norad, il North American Aerospace Defense Command. Non si sa, ancora, se alcuni frammenti del velivolo siano sopravvissuti all’impatto nell’atmosfera.
Secondo l’agenzia spaziale russa la sonda aveva perso l’orbita vicino alla Terra ed era bruciata nell’impatto con l’atmosfera densa sopra l’Oceano Pacifico alle 05.04 ora di Mosca di Venerdì, 8 maggio.
La navicella Progress M-27M era stata lanciata su un razzo vettore Soyuz il 28 aprile dal centro spaziale di Baikonur. Il cargo doveva portare rifornimenti, cibo, ossigeno e altro materiale, alla stazione spaziale Iss, ma il razzo lo ha portato in un’orbita più alta di quanto necessario per attraccare alla stazione spaziale.
Dopo un paio di tentativi falliti per ottenere il controllo del veicolo spaziale, gli esperti hanno deciso di far precipitare la navicella sulla Terra. Era alta l’apprensione, tra gli esperti, perché la Progress appariva senza controllo e non si poteva prevedere dove sarebbe precipitata. Sono state annunciate indagini sulle cause dell’incidente i cui risultati dovranno essere consegnati entro e non oltre il 13 maggio.
Secondo gli esperti il rientro del cargo è stato uno dei più anomali mai registrati perché il cilindro lungo 7 metri e pesante 7 tonnellate ruotava intorno al suo asse minore una volta ogni 1,8 secondi. Nelle ore che hanno preceduto il rientro è riuscito anche a rallentare, smentendo ogni previsione e fino all’ultimo momento non si è potuto determinare l’esatta posizione di caduta. Alcuni frammenti, infatti, potrebbero essere precipitati al largo delle coste del Cile