Il virus dell’Ebola può annidarsi per mesi nell’occhio di chi guarisce dalla malattia, provocando danni che possono arrivare fino alla perdita della vista. L’inquietante scoperta è stata descritta dai medici della Emory University, che hanno descritto il caso di Ian Crozier sul New England Journal of Medicine. Il medico statunitense contagiato in Sierra Leone è stato costretto a tornare sessanta giorni dopo la guarigione perché avvertiva un’intensa pressione all’occhio sinistro, una perdita progressiva della vista e un dolore intenso.
In un primo momento, questi sintomi avevano fatto pensare ad un’uveite, una infiammazione della parte interna dell’occhio. Ma le analisi di tessuto prelevato dall’interno del globo oculare hanno rivelato però la presenza del virus Ebola nell’umor acqueo, il liquido tra la cornea e il cristallino, mentre la congiuntiva e le lacrime, che potrebbero essere causa di un’infezione, non hanno mostrato la presenza del virus. Il medico, il cui occhio da blu è anche diventato verde, è stato trattato con diversi farmaci senza successo, e stava quasi per perdere la vista, finché una terapia sperimentale, che non è stata rivelata, lo ha fatto guarire.
Crozier non era comunque contagioso, ha sottolineato l’articolo, ma lo sarebbe stato se fosse stato sottoposto all’ intervento chirurgico all’occhio. Questa scoperta aggiunge nuove conoscenze al virus Ebola, le cui caratteristiche sono finora in parte sconosciute. Solo di recente, ad esempio, è stato appurato che la presenza del virus nello sperma resiste per diversi mesi. I problemi all’occhio sarebbero presenti nel 40% dei sopravvissuti ma, sottolineano gli esperti, in Africa non ci sono oftalmologi per poterli curare.