Quando Gennaro Gattuso parla, non è mai banale. L’ex centrocampista del Milan, intervenuto nel corso della conferenza stampa dell’evento ‘FShow to Feed Children’, ha detto la sua sul momento poco felice della squadra rossonera: “La famiglia Berlusconi per 28 anni ha sempre creato una squadra competitiva e ha investito molto. Quindi un momento negativo può starci – spiega – ora è importante avere una linea societaria e decidere bene i giocatori”.
Ma perché il Milan sta andando così male? Secondo ‘Ringhio’, una chiave di lettura potrebbe essere data dalla diversa gestione tecnico-societaria del club meneghino: “Meglio avere una testa sola che più di una. Quando giocavo io – racconta l’ex campione del mondo – comandava Berlusconi e poi c’era come a.d. Galliani. Adesso non è così”.
Filippo Inzaghi è stato indicato come responsabile numero uno della deludente stagione rossonera. Alla prima esperienza assoluta sulla panchina di una big, però, ci può anche stare che le cose non vadano subito per il verso giusto: “Pippo è stato un grandissimo compagno e un grandissimo giocatore. Fare l’allenatore è un mondo diverso”, sottolinea Gattuso.
Lo stesso discorso vale anche per lui. Dopo la parentesi tutt’altro che fortunata al Palermo di Zamparini, Gattuso riconosce che la gavetta è la soluzione migliore per poter ambire a palcoscenici più prestigiosi: “Io in panchina? Devo fare il mio percorso, oggi non sarei pronto ho ancora molto da imparare”, ammette. E su un possibile ritorno al Milan: “É una mia priorità, ma non voglio fare il dirigente”.