Mafia e poteri occulti alleati, “come nelle stragi del ’92” per uccidere il pm di Palermo Nino Di Matteo. Il pentito Vito Galatolo, deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia ha raccontato alcuni particolari del piano: “Matteo Messina Denaro ci chiese di fare un attentato al pm Di Matteo perché si era spinto troppo avanti in un processo”, ha detto. “Poi capimmo che si trattava del processo sulla trattativa Stato-mafia”.
Il pentito ha fatto riferimento al coinvolgimento di poteri estranei alla mafia: “L’arteficiere non era di Cosa Nostra, quindi capimmo che dietro al piano c’erano soggetti estranei alla mafia, apparati dello Stato, come nelle stragi del ’92”.
In aula doveva esserci anche il boos Totò Riina, ma è stato ricoverato in ospedale.