La Grecia ha rimborsato 200 milioni di euro al Fondo monetario internazionale in scadenza oggi. Lo hanno detto fonti vicine al governo di Atene.
Il governo greco, a corto di liquidità, sta cercando di persuadere i partner europei e il Fmi a concedere ulteriori aiuti. Il pagamento odierno non era visto come un problema per il Paese a differenza della tranche da 750 milioni di euro in scadenza al 12 maggio.
Ieri il governo di Atene aveva alimentato forti tensioni sui mercati valutari e finanziari internazionali sostenendo che non avrebbe legiferato nella direzione delle riforme chieste dalla Troika (Bce, Fmi e Ue), viste le posizioni contraddittorie di Fmi e Ue sulla crisi greca. I listini borsistici sono scesi i picchiata e qualcuno ha parlato di “martedì nero”.
Mentre l’Unione europea mantiene un atteggiamento rigido verso la Grecia, influenzata dall’oltranzismo rigorista di Berlino, il Fmi spinge per un taglio del debito; una mossa che sarebbe ossigeno puro per il governo Tsipras, che si muove costantemente sull’orlo di un abisso chiamato default. Soltanto che il Fmi vorrebbe un taglio del debito che Atene ha coi partner, perché quello con lo stesso Fondo monetario internazionale deve essere restituito interamente. Insomma, il Fmi largheggia coi soldi altrui. La crescita di Atene è esigua, il debito torna ad aumentare. Lo sforzo di bilancio dell’accordo che reggeva il salvataggio, di cui Atene vorrebbe i 7 miliardi della tranche finale, prevedeva un risanamento fuori portata.
L’11 maggio è prevista l’ennesima riunione dell’Eurogruppo, a Bruxelles, sul caso Grecia. Non sarà decisiva, ha detto ieri Yanis Varoufakis, il ministro delle finanze di Tsipras, che intanto continua nel suo lavoro diplomatico fatto di strappi e ricuciture con i partner europei, impegnati a evitare una Grexit dagli effetti, oggi, imprevedibile sull’intera costruzione dell’euro.