Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, porterà “venerdì prossimo in Giunta una proposta di risarcimento danni contro le devastazioni ai cittadini“. L’annuncio è arrivato a margine dell’assemblea di Rete Imprese Italia quando l’ex leader della Lega ha detto che “sarà come una class action regionale, stiamo studiando il meccanismo giuridico ma in sostanza la Regione si sostituisce ai cittadini nel chiedere il rimborso dei danni”.
Saremo parte civile contro questi vandali, non è giusto che cittadini danneggiati debbano farsi carico loro di denunciare questi delinquenti
— Roberto Maroni (@RobertoMaroni_) 4 Maggio 2015
Maroni ha spiegato anche che la Regione anticiperà i danni subiti dai cittadini e poi si rivarrà “su tutti coloro i quali saranno stati identificati dalla magistratura, su chi ha fatto queste distruzioni”. Il presidente della Lombardia aveva annunciato anche azioni contro i centri sociali, ma oggi è più prudente: “Stiamo ancora studiando il meccanismo giuridico per agire”.
> LA MANIFESTAZIONE “NESSUNO TOCCHI MILANO”
Intanto, oggi nel carcere milanese di S.Vittore, c’è stata l’udienza di convalida dell’arresto di cinque persone bloccate venerdì scorso durante i cortei ‘No Expo’ a Milano. Sono tutte accusate di resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall’uso di armi improprie e dal numero dei partecipanti. Oltre ai difensori degli arrestati, nel carcere c’erano anche il gip di Milano, Donatella Banci Buonamici, e il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, che coordina il pool antiterrorismo della procura di Milano.
“La mia assistita non aveva mai avuto contatti con gruppi radicali”, ha spiegato prima di entrare a S. Vittore l’avvocato Paolo Antimiani, legale di una donna di 42 anni arrestata durante gli scontri. “Non è un’attivista dei centri sociali – conclude – ed è la prima volta che è coinvolta in vicende del genere”.
E fanno discutere le dichiarazioni di un agente, che il primo maggio era schierato a Milano durante gli scontri che hanno devastato la zona di via Carducci, in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Giorno”. “I black bloc si potevano bloccare, se ne potevano fermare parecchi. Li avevamo chiusi in una piazza – spiega il poliziotto – ma l’ordine era quello di evitare il contatto a tutti i costi, e così è stato”. Queste affermazioni stanno sollevando un nuovo polverone sulle presunte responsabilità del ministro dell’Interno Angelino Alfano.