A poche ore dall’attesissima semifinale di Champions tra Juve e Real, il rapporto spesso conflittuale tra Carlo Ancelotti, attuale tecnico dei “blancos”, e la Juve torna alla ribalta. In alcuni passaggi della sua autobiografia “Preferisco le coppa: vita, partite e miracolo di un normale fuoriclasse”, Ancelotti ripercorre alcuni dei suoi momenti più significativi trascorsi in bianconero.
“Da maiale che non poteva allenare – scrive Ancelotti a proposito delle offese ricevute dai tifosi juventini – Torino non mi piaceva. Troppo triste, glamour, lontana un paio di galassie dal mio modo di essere. Indietro Savoia, arriva il ciccione dei tortellini”.
Non fu mai amore: “La Juventus era una squadra che non avevo mai amato e che probabilmente non amerò mai, anche per l’accoglienza che qualche mente superiore mi riserva ogni volta che torno. Per me è sempre stata una rivale“.
Ma nel calcio mai dire mai: “Improvvisamente mi sono trovato dall’altra parte della barricata – si legge nell’autobiografia – dall’altra parte di me stesso. Per pura scelta professionale“.
“La Juventus era un ambiente totalmente nuovo per me. Non mi sono mai sentito a casa, mi sembrava di essere l’ingranaggio di una grande azienda. Per il sentimento, prego, rivolgersi altrove”.