Dopo le polemiche dei giorni scorsi, più o meno esplicite, arriva la ‘pace’ di Venezia tra Matteo Renzi e Romano Prodi, dopo la mancata citazione del nome del professore all’Expo, avviene a favore di telecamere e davanti a centinaia di persone. C’entra ancora l’Expo. L’occasione di disgelo tra i due, con stretta di mano e sorrisi, è offerta da ‘Aquae’, manifestazione collaterale all’esposizione universale di Milano ospitata in un grande padiglione a Marghera, sul bordo della laguna.
“Non ci sono polemiche – spiega dal palco il premier. – Nessuno di noi non soltanto non nega a Romano Prodi, in primis, e al suo governo l’importanza straordinaria che ha avuto, mica solo per l’Expo, ma anche per l’Expo. Certe polemiche sono incomprensibili – aggiunge – ma è bene avere l’occasione per chiarirle, se serve”.
Un chiarimento che viene accolto con favore da Enrico Letta che a In 1/2h su Rai Tre dice senza giri di parole che “ha fatto bene a recuperare. Siccome Renzi è una persona intelligente – ha poi aggiunto l’ex premier – ha capito che era necessario fare riferimento a Prodi” anche per il successo ottenuto con una collaborazione bipartisan con la Moratti.
Il presidente del Consiglio, da parte sua, ribadisce la linea delle inutili “strumentalizzazioni” che già Palazzo Chigi aveva fatto filtrare la sera stessa del primo maggio, dopo la levata di scudi dei Dem ‘prodiani’ per il presunto sgarbo istituzionale. All’inaugurazione di Milano, Renzi aveva ricordato il lavoro di Letizia Moratti e di Giorgio Napolitano, ma non il professore, che all’epoca del secondo mandato da premier passò “ore e notti intere” a tessere contatti per portare l’Expo in Italia. Incidente chiuso perciò, almeno formalmente.