“Smettere di pensare che le nostre azioni quotidiane non abbiano un impatto su chi soffre la fame”. È l’invito di Papa Francesco che, nel video messaggio in diretta con l’Expo di Milano nella mattinata di apertura, chiede “un cambiamento di mentalità” sulle questioni alimentari. Francesco dice ‘no’ a spreco e scarto, e chiede di tenere ben presenti i volti di uomini, donne e bambini malnutriti. Così – dice – l’Expo può essere “occasione propizia per globalizzare la solidarietà”.
Era, forse, il momento più atteso della cerimonia di apertura ufficiale di expo 2015. Papa Francesco ha aperto il suo intervento alle 12,33. Un discorso durato 8 minuti, in tutto, ascoltato dall’arena che ospitava, tra le altre autorità il presidente emerito dela Repubblica, Giorgio Napolitano, il sindaco di Milano, Pisapia e il presidente della Regione, Maroni.
Sotto una leggera pioggia, alle 12 la sfilata delle bandiere delle 145 nazioni presenti ha aperto il cerimoniale, chiuso alle 13 dalla dichiarazione ufficiale di apertura del premier Matteo Renzi che è sttao il primo a firmare la Carta di Milano; quindi, un medley della banda dei carabinieri e il passaggio delle Frecce tricolori. Un coro alpino e uno di bambini che coi loro volti di tanti colori hanno rappresentato al meglio la nuova Italia multietnica, hanno cantato una versione emozionante e innovativa dell’inno nazionale, con la variante finale “Siam pronti alla vita, l’Italia chiamò”.
Papa Francesco, nel suo intervento ha definito “importante”, “essenziale” il tema dell’Expo: ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’, “…purché non resti solo un “tema”, purché sia sempre accompagnato dalla coscienza dei “volti”: i volti di milioni di persone che oggi hanno fame, che oggi non mangeranno in modo degno di un essere umano.”
Il Papa ha parlato di “una presenza nascosta di questi volti, che – dice – in realtà dev’essere la vera protagonista dell’evento”. Una presenza che il Papa vorrebbe – lo esprime esplicitamente – che “ogni persona che passerà a visitare la Expo possa percepire”. L’obiettivo è chiaro e doveroso: cambiare mentalità. Di fronte a noi – ricorda – abbiamo il paradosso dell’abbondanza (come diceva Giovanni Paolo II alla FAO nel 1992), la cultura dello spreco, dello scarto. Abbiamo quelli che Francesco definisce “meravigliosi padiglioni” dell’Expo. Ma Francesco chiede a gran voce di cambiare mentalità:
Francesco, all’inizio del suo messaggio, chiarisce di parlare da vescovo di Roma, a nome del popolo di Dio pellegrino nel mondo intero, “voce – sottolinea – di tanti poveri che fanno parte di questo popolo e con dignità cercano di guadagnarsi il pane col sudore della fronte.” A questo titolo lancia il suo appello: “L’Expo è un’occasione propizia per globalizzare la solidarietà. Cerchiamo di non sprecarla ma di valorizzarla pienamente!”
Come cristiani, Francesco ricorda il riferimento preciso alla preghiera del eccellenza: quella che ci ha insegnato Gesù: il Padre Nostro in cui diciamo “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.
Poi il Primo Maggio, giorno dedicato al lavoro, il Papa non vuole dimenticare i volti di tutti i lavoratori che hanno faticato per la Expo di Milano, specialmente dei più anonimi, dei più nascosti, che anche grazie a Expo hanno guadagnato il pane da portare a casa. E due appelli di Francesco davvero universali:“Che nessuno sia privato di questa dignità! E che nessun pane sia frutto di un lavoro indegno dell’uomo! E ancora: “E che non manchi il pane e la dignità del lavoro ad ogni uomo e donna.” Papa Francesco non ha dubbi: “tutto parte da lì, dalla percezione dei volti”.
“L’Italia s’è desta, siam pronti alla vita. Sì siamo pronti alla vita”. Così è iniziato il lungo intervento di Matteo Renzi, che ha ringraziato quanti hanno lavorato per Expo, le forze dell’ordine, l’ex sindaco di Milano Letizia Moratti che volle portare in Italia la kermesse e il presidente emerito Napolitano. “Non ci credevano in tanti, grazie al sudore dei lavoratori e delle lavoratrici l’Expo è realtà. Non è ancora scommessa vinta, abbiamo sei mesi per vincerla. Signori professionisti del ‘non ce la farete mai’ questa è la vostra risposta”, ha aggiunto il premier, a chi non ha mai creduto nella possibilità che il cantiere di Expo fosse finito in tempo”.
“È come se l’Italia abbracciasse il Mondo, anche se – ha proseguito Renzi – ora non è facile con il Mediterraneo diventato un cimitero, con tutti i problemi in Africa, nei Balcani e nell’oriente dell’Europa. E soprattutto con la minaccia globale del terrorismo che tenta di minare i motivi del nostro stare insieme. L’impresa più bella inizia oggi. Oggi inizia il domani, Expo sia inanzitutto uno spazio di libertà, un momento di confronto per le nuove generazioni, dimostriamo che l’Italia è orgogliosa delle proprie radici e tradizioni, ma la pagina più bella dobbiamo ancora scriverla tutti insieme”.