L’Italia punta fortissimo sull’Expo, per mostrare l’immagine migliore di sè, il mondo guarda all’Expo per capire cosa sa fare il nostro Paese. Il presidente Mattarella l’ha detto: “Questo Expo sia un punto di svolta. Gli sforzi organizzativi di queste settimane, l’ospitalità che sapremo offrire, i segni della storia e le bellezze del nostro Paese che intendiamo mostrare, sono incardinati in questa grande scommessa“.
Già, una scommessa, anche se questa parola non è proprio rassicurante, con le premesse di aleatorietà, di casualità che contiene.
Ma l’Expo milanese è la metafora perfetta di questa Italia, che si vuole proiettare nel futuro, che vuole competere nel mondo, ma che è bloccata da ritardi, lentezze burocratiche, polemiche, incertezze organizzative e corruzione. Tanta corruzione. Quella che ha messo a rischio l’organizzazione della rassegna e che Mattarella non ha mancato di ricordare e stigmatizzare, come il grande nemico da sconfiggere, per l’Italia.
L’Expo è metafora di un’Italia piena di problemi, che davanti ai grandi appuntamenti internazionali in casa sua, che siano i Mondiali di calcio o un G8 o, appunto un’esposizione universale, si affanna fino all’ultimo minuto, ma che ce la fa sempre, in extremis e offre al mondo la sua eleganza, il suo stile, il suo modello di vita l’ “Italian way of life” che tutti ci invidiano e cercano di copiare, inutilmente. È l’Italia dell’accoglienza e della solidarietà, dell’apertura al mondo ma anche del rapporto sano e virtuoso col cibo come cultura, come espressione di civiltà. In fondo, questo è il tema dell’Expo.
Sarà il tempo, naturalmente, a tracciare un bilancio della rassegna, a esprimere un giudizio sulle capacità di portare a termine una manifestazione da venti milioni potenziali di visitatori. Queste sono valutazioni soggettive da “vigilia”.
È l’Expo di Milano, scelta per ospitare la rassegna e per essere la cartolina di un Paese che vuole uscire dalla crisi facendo. Milano resta, nonostante tutto, la capitale simbolica dell’Italia che produce, anche se ha perso da anni la patente di capitale morale, a suo di scandali, tangenti e corruzione. L’Expo si fa a Milano perché tutto o molto si fa a Milano. A Milano sono confluiti investimenti di centinaia di milioni che hanno contribuito a stravolgere, letteralmente, l’immagine della città, il profilo stesso e la mentalità ancor più internazionale. Chi c’è stato, di recente, non può che confermare.
E, piccola nota dissonante, se si fa a Milano è l’Expo di tutta Italia. Se si pensa di organizzare le Olimpiadi a Roma, o altrove, c’è sempre qualcuno pronto a innescare una polemicuzza. Ma, anche questa è l’Italia.