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Nepal, sono tre gli italiani ancora dispersi | Due donne e un ragazzo estratti vivi dalle macerie

È sceso a 3 il numero degli italiani che l’Unità di Crisi sta ancora cercando di rintracciare nel Nepal devastato dal terremoto del 25 aprile. Atteso per oggi, giovedì 30 aprile, l’arrivo a Milano del primo nucleo di cittadini italiani di rientro dal Paese asiatico dove aumenta di ora in ora il drammatico e triste conteggio dei morti: siamo arrivati a quasi 5.500, ma si teme che alla fine le vittime del disastroso sisma potranno essere anche diecimila. Dopo 5 giorni, un altro sopravvissuto è stato estratto dalle macerie.

I nostri connazionali si sono imbarcati in un volo commerciale organizzato dall’Unità di Crisi della Farnesina. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri che spiega come continui a pieno regime il lavoro dell’Unità di Crisi per il rimpatrio dei connazionali con ogni mezzo disponibile, impiegando anche mezzi militari in collaborazione con il Comando Operativo Interforze e voli commerciali in partenza da Kathmandu.

Altri due voli civili sono in partenza giovedì dalla capitale nepalese per Abu Dhabi, e proseguiranno verso Roma e Milano, in base alle necessità dei connazionali.

Le autorità nepalesi hanno appena autorizzato l’atterraggio a Kathmandu del C130 in attesa da ieri a New Delhi. Il volo partirà dalla capitale indiana con a bordo l’Ambasciatore d’Italia a New Delhi, Enzo Angeloni, e caricherà un residuo gruppo di connazionali che non ha trovato collocazione sul velivolo civile. E’ appena partito da Pratica di Mare un altro velivolo militare, con personale dell’Unità di Crisi, della Protezione Civile e con materiale per l’installazione di un posto medico avanzato.

Si continua a scavare tra le macerie. E oggi, a cinque giorni dal terremoto, sono state estratte vive due donne e un ragazzo. Lo ha reso noto con un tweet, il Centro nazionale operazioni di emergenza (Neoc) nepalese.

A coordinare le operazioni di soccorso l’esercito nepalese che ha chiesto ai team stranieri di partire in quanto non ci sono più possibilità di trovare persone vive dopo 96 ore. Lo riferisce The Himalayan Times. Una previsione clamorosamente smentita nelle ultime ore, come si è visto.

Attualmente sono al lavoro 32 squadre provenienti da 15 Paesi per un totale di 1.200 soccorritori. Sono tutti concentrati a Kathmandu, eccetto il team britannico che è dislocato nel distretto di Sindhupalchowk, dove si contano oltre 1.580 morti. Sono invece 6.700 i poliziotti impegnati e oltre 31 mila soldati. Ieri 21 elicotteri hanno trasportato 1.268 persone a Kathmandu, ma il maltempo di stamane ha sospeso le operazioni.

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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