“Il numero delle vittime del terremoto potrebbe arrivare a 10 mila morti”, è la stima del premier del Nepal, Sushil Koirala, che ha indetto tre giorni di lutto nazionale. Intanto, è salito a 5.057 il numero dei morti secondo l’ultimo bilancio ufficiale diffuso dalle autorità di Kathmandu. Il ministro nepalese dell’Interno, Bam Dev Gautam, ha anche precisato che il Paese non “è preparato ad un disastro di questa entità, non abbiamo sufficienti risorse e abbiamo bisogno di più tempo per portare aiuto a tutti”.
In molte zone del Nepal, e anche nella capitale Kathmandu, molte persone hanno dormito all’aperto, manca l’elettricità, cominciano a scarseggiare anche le bottiglie d’acqua in bottiglia e la situazione igienico-sanitaria è precaria. I senza tetto sono circa un milione. Secondo il Centro nazionale delle operazioni di emergenza, le persone colpite dal terremoto sono circa 6,6 milioni anche perché diverse località nelle vallate più remote, sono ancora isolate e non sono state raggiunte dai soccorsi. Il governo stima inoltre che ci siano 400 mila edifici distrutti. Per i soccorsi sono a disposizione 13 elicotteri, tra cui tre inviati dall’India, che sono impegnati a trasportare i feriti negli ospedali di Kathmandu.
La Farnesina sta predisponendo un aereo che riporterà a casa i nostri connazionali ma nel frattempo continuano a susseguirsi le scosse di assestamento. Continuano anche i soccorsi sul monte Everest dove il terremoto ha provocato una serie di valanghe. Sono stati recuperati 14 corpi, ma si ritiene che almeno 20 persone siano rimaste uccise sulla vetta, mentre l’esercito indiano parla di 22 persone. Almeno mille persone che si trovavano al campo base sabato ora sono state messe in salvo, secondo quanto hanno postato sui social media.
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Il terremoto è stato così forte che, secondo alcuni esperti, il sisma avrebbe spostato il terreno sotto l’area di Kathmandu fino a tre tre metri verso sud, mentre l’Everest dovrebbe essere rimasto della stessa altezza.