Il 28 aprile 2003 moriva Ciccio Ingrassia. Nato a Palermo il 5 ottobre 1922, quarto dei cinque figli di una famiglia di modestissime condizioni economiche, sin da giovanissimo è attratto dalle luci del mondo dello spettacolo e poco dall’istruzione.
Riuscì a fatica a prendere la licenza elementare; da adolescente cerca di guadagnarsi da vivere con i mestieri più disparati (barbiere, falegname, calzolaio, salumiere), ai quali affiancava le sue prime esibizioni, all’inizio per strada e poi in occasione di cerimonie private, durante le quali imitava con successo alcune gag di Totò.
Il suo vero esordio risale a qualche anno più tardi, in pieno conflitto mondiale: nel 1944, infatti, dopo una lunga frequentazione del “Bar degli Artisti”, autentico raduno di celebrità in erba, si riunì a Enzo Andronico e a tale Ciampolo a formare il Trio Sgambetta. Da quel momento per il comico palermitano iniziò una lunga gavetta, segnata da condizioni al limite dell’indigenza.
Alla fine della guerra si trasferì a Torino, dove si misurò, al fianco di un esordiente Gino Bramieri, nel genere della parodia che allora godeva dei favori del pubblico. Durante una recita milanese, nel 1957, conobbe una componente di una scalcagnata orchestra di tabarin, Rosaria Calì, con la quale convolò a nozze a Genova il 5 settembre 1960 ed ebbe da lei il figlio Giampiero, nato il 18 novembre 1961, che più tardi seguirà le sue orme.
All’inizio degli anni cinquanta Ingrassia quasi per sbaglio incontrò per le strade di Palermo Francesco Benenato, poi in arte Franco Franchi, e da lì iniziò una lunga collaborazione, che avrebbe dato vita a una coppia definita d’oro per gli incassi altissimi e per il grande successo che ebbe nel pubblico. Realizzarono insieme ben centotrentadue film.
A Palermo, in occasione del 12esimo anniversario della morte dell’attore, è stata organizzata una giornata in sua memoria, presso il teatro della Casa Circondariale Pagliarelli, nell’ambito della rassegna cinematografica “Franco e Ciccio…una risata tra 4 mura”, offerta ai detenuti da Giuseppe Li Causi (storico di Franco e Ciccio) e da Lino Zinna (conosciuto come il sosia ufficiale di Domenico Modugno). Per l’occasione, è stato proiettato il docufilm di Ciprì e Maresco, “Come inguaiammo il cinema italiano” del 2004 e a seguire se n’è discusso con il regista Daniele Ciprì e dal direttore del Centro Sperimentale siciliano di Cinematografia, Ivan Scinardo.