Un paio di giorni fa Greenpeace ha lanciato l’allarme per la presenza di una chiazza di idrocarburi lunga 70 chilometri al largo delle Canarie, provocata dall’affondamento di un peschereccio il 15 aprile scorso.
Un disastro ecologico di proporzioni terribili che però poteva essere evitato utilizzando la soia. Una ricerca americana ha infatti messo a punto un composto a base vegetale in grado di ripulire il mare dal petrolio evitando l’ulteriore impatto ambientale provocato dai solventi tradizionali.
Lo studio condotto dall’American Chemical Society è stato pubblicato sulla rivista Acs Sustainable Chemistry & Engineering. L’obiettivo era quello di trovare un sostituto “green” alle sostanze chimiche comunemente impiegate per separare e assorbire il greggio dall’acqua, che spesso hanno un elevato impatto sull’ambiente.
I ricercatori statunitensi hanno scomposto la lecitina di soia, un tensioattivo vegetale usato in ambito alimentare, nei suoi componenti lipidici. Queste molecole sembrerebbero essere efficaci nella “divisione” del greggio in particelle più piccole, più facili da assorbire e da rimuovere dall’acqua.
Un disperdente a base di lecitina di soia produrrebbe risultati migliori rispetto a due solventi che si utilizzano attualmente, i quali in realtà non fanno che disperdere sostanze tossiche nell’ambiente. Grazie alla soia però sarà possibile ripulire le acque marine dopo uno sversamento di petrolio senza provocare danni alla vita acquatica o compromettere la salute pubblica.