Il ruolo principale nell’organizzazione fondamentalista attiva nel nostro Paese, smantellata nell’operazione della polizia di questa mattina in sette province italiane, era ricoperto da un dirigente del movimento pietistico “Tabligh Eddawa” (“Società della Propaganda”). L’uomo, forte della sua autorità religiosa di Imam e formatore coranico, operante tra Brescia e Bergamo, stimolava la raccolta di fondi, presso le comunità pakistano-afghane, radicate nel nostro territorio.
È quanto emerge dalle indagini condotte dalla polizia di stato, secondo cui i fondi venivano inviati in Pakistan mediante membri dell’organizzazione che aggiravano i sistemi di controllo sull’esportazione doganale di denaro. In un caso è stato riscontrato il trasferimento di 55.268 euro mediante un volo per Islamabad in partenza da Roma Fiumicino, omettendo di farne dichiarazione di possesso alle autorità doganali.
Più di frequente però era utilizzato il sistema cosiddetto “hawala”. Si tratta di un meccanismo di trasferimento valutario e occulto, basato sul legame fiduciario diffuso nelle comunità islamiche europee. Tale sistema consente di trasferire una somma di denaro all’estero consegnandola ad un terminale presente nello Stato estero, detto “hawaladar”, che fornisce un codice identificativo segreto. I beneficiari della rimessa, tramite tale codice, possono prelevare la somma presso l'”hawaladar” della sede di destinazione.