Scatta un allarme sanitario in Lombardia. Quattro sospetti casi di scabbia sono stati segnalati a Milano. Secondo l’assessore comunali alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, “i casi sono stati rilevati dagli operatori sanitari tra i profughi in attesa di essere trasferiti dalla Stazione Centrale al Centro di via Corelli. Le quattro persone sono state portate dalle ambulanze del 118 all’ospedale Niguarda e al San Paolo per gli accertamenti ed eventuali cure”.
Majorino ne approfitta per criticare la Regione Lombardia. “Chiediamo nuovamente a Regione Lombardia di istituire un presidio permanente nei luoghi dove spontaneamente i profughi arrivano al fine di tutelare la loro salute e quella dei cittadini milanesi. Lo chiediamo da più di un anno”.
Due casi di scabbia sono stati segnalati anche a Monza, dove sono rimaste contagiate una madre e sua figlia. I due casi sarebbero stati accertati, come rende noto la Asl locale, da un controllo in ospedale effettuato a febbraio. Secondo quanto riferito dall’associazione “Articolo 51“, che ha raccolto le testimonianze di alcune mamme degli istituti scolastici della zona, ci sarebbero stati anche altri casi.
Come da protocollo, le persone residenti nello stesso complesso della famiglia contagiata sono state poste sotto osservazione per oltre quaranta giorni. Secondo quanto riportato da Asl sono state informate tutte le classi della scuola elementare frequentata dalla bambina malata.
Altri due casi di scabbia sono stati segnalati e presi in carico dall’Asl di Monza, in una scuola materna, dopo quello emerso in una scuola elementare. Secondo quanto reso noto dall’ufficio sanitario si tratterebbe di due bambini di 5 anni di una scuola materna, ‘che il 3 e 17 marzo, sono stati accompagnati in visita alle classi prime e quinte della scuola elementare dove si era verificato il primo allarme.
Sempre l’Asl assicura che entro oggi la scuola invierà la lista dei bambini che si sono recati in visita alla scuola elementare e che “dopo una attenta analisi delle varie frequentazioni, sarà possibile esprimere una valutazione sull’entità del rischio di trasmissione”.
Alla scuola è stato anche inviato un modulo per il consenso al controllo specialistico con cui gli operatori del Dipartimento di Prevenzione potranno far visitare gli alunni da un dermatologo. In questi casi, specifica Asl “il rientro alle attività scolastiche è previsto 24 ore dopo l’inizio della terapia. Non sussistono rischi per altre scuole di altro ordine o grado”.