La polizia ha fermato un uomo, un fiorario incensurato trentenne di Soccavo per il duplice omicidio di Luigi Simeone e di Immacolata Assisi, la coppia di coniugi di Giugliano, nel napoletano, trovati morti nella mattinata di domenica 19 aprile in una cava di tufo.
Antonio Riano è un conoscente delle due vittime un tassista e la moglie, entrambi 50 anni. Il fermo è arrivato dopo un interrogatorio durato tutta la notte, nel commissariato di Giugliano. L’uomo non avrebbe confessato, ma nel suo racconto sarebbero emerse diverse contraddizioni. A tradirlo, un’impronta digitale su una macchia di sangue della vittima. Ci sono poi le immagini riprese da una telecamera di vigilanza in cui si vede il taxi di Simeone sabato sera seguito dall’auto di Riano.
Il trentenne lavora col padre che di mestiere è fioraio ed ha una bancarella fuori al cimitero di Soccavo. Riano sarebbe stato individuato attraverso un sms per combinare un incontro in pizzeria: lo avrebbe inviato l’acquirente dell’appartamento della famiglia Simeone. Immacolata Assisi lo ha mostrato poche ore prima di morire a una vicina di casa che lo ha poi riferito agli inquirenti.
Il movente del delitto sarebbe essere legato a questioni relative alla compravendita dell’appartamento che le due vittime dovevano vendere al giovane fioraio e che non volevano lasciare alla data stabilita.
A essere stato trovato per primo era stato il cadavere dell’uomo, a circa 40 metri di profondità. Ci sono volute alcune ore prima che la polizia potesse procedere all’identificazione del tassista, per il cui recupero è stato necessario l’intervento della squadra scalatori dei vigili del fuoco. Successivamente è avvenuta la seconda scoperta, quella della moglie.
Le vittime erano giunte sul luogo del ritrovamento dei corpi a bordo del taxi dell’uomo. Nella vettura erano state ritrovate delle vistose macchie di sangue. Ma la stessa macchina era stata trovata chiusa dagli investigatori che però non hanno ancora trovato le chiavi. Sette i bossoli ritrovati sul luogo del delitto: le due vittime sono state colpite alla testa.
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